
La distruzione progettata e sistematica di Gaza, lo sterminio e la pulizia etnica delle masse palestinesi mostrano la vera natura del capitalismo: un sistema disumano fondato su guerra, dominio, sfruttamento e morte.
I fatti di Gaza segnano lo spartiacque del nostro tempo. Lo sterminio di massa, la pulizia etnica programmata non sono qualcosa al di fuori dalle logiche di guerra e dagli interessi che vi stanno dietro. Spazzate vie le ipocrisie sul “diritto internazionale” e i “diritti umani” rimane solo la logica nuda e cruda dello scontro fra i diversi imperialismi e nazionalismi in campo.
Da una parte l’imperialismo israeliano con i suoi interessi legati alla cordata imperialista occidentale, USA in testa, Europa a seguire, dall’altra una borghesia palestinese debole e per lo più abbandonata a sé stessa dai suoi omologhi nel mondo arabo e dalle centrali imperialiste dell’altra cordata: Iran e Russia, con la Cina in testa. In mezzo, a pagare tutto, come sempre, il proletariato e le masse povere palestinesi: bombardate, sfruttate, affamate ed infine sterminate perchè nemmeno più utili come forza-lavoro a basso costo.
Gaza materializza oggi l’essenza della guerra imperialista verso le masse proletarie, raccoglie ed adegua al livello tecnologico odierno quella che dalla Seconda Guerra mondiale (quando per la prima volta le vittime civili superarono quelle militari) in poi è la gestione bellica contro le popolazioni, ostaggi e soggetti interni alle logiche ed agli obiettivi di guerra da colpire. Gaza sdogana e ripropone lo sterminio di massa insito nella natura della guerra imperialista, la sua legittimazione come strumento della politica imperialista
La guerra di Gaza non è un semplice evento bellico, per quanto terribile: è il prodotto di tempi che marciano verso conflitti sempre più vasti e profondi, a cui ogni borghesia deve attrezzarsi e prepararsi. Gli investimenti nell’industria bellica si moltiplicano. Il militarismo avanza. L’economia si riconverte in funzione bellica. La società che si vuole e dichiara “democratica” vive una progressiva stretta autoritaria. Ai lavoratori vengono richiesti sempre nuovi sacrifici. È il biglietto da pagare per la partecipazione agli scenari della guerra permanente.
Ciò che succede a Gaza riguarda tutti i proletari del mondo e al contempo indica la strada per emanciparsi dalla logica delle proprie borghesie. Denunciare il massacro di Gaza, lottare contro la guerra imperialista, non può e non deve significare schierarsi “sull’altro fronte”, rivendicare “il diritto dei palestinesi al proprio stato” perché questo diritto non è mai esistito e mai esisterà. Contro le guerre imperialiste le bandiere che vanno alzate non sono quelle nazionali, ma quella rossa della classe operaia internazionale:
Opporsi al massacro è una priorità
Il diritto internazionale è fuffa.
Con ogni mezzo contro la guerra imperialista.
Con la lotta di classe contro il sistema capitalista che la genera.
L’unica risposta è l’internazionalismo proletario, l’unità di interessi fra i proletari di tutto il mondo
Non scegliamo tra i fronti borghesi in campo: entrambi usano i lavoratori come carne da macello per i propri fini e interessi.
Costruiamo l’avanguardia politica del proletariato, che possa essere guida politica per l’emancipazione dell’umanità dalla società dellaguerra e della miseria.
Laboratorio Internazionalista

2 risposte a “Il massacro di Gaza: la guerra imperialista contro la classe lavoratrice”
Nessun punto di dubbio .
Ma il proletariato italiano distratto e borghesizzato ,sottomesso a sindacati revisionisti, lo capisce ,?
Il grande problema è la coscienza di classe . O lo vedo solo io?
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Non esistono stati oppressori e stati oppressi.
Esiste solo l’ oppressione della classe proletaria.
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